Sono diversamente abile e omosessuale: non sono malato
Ciao ragazzi,
come ogni mercoledi, anche oggi dedichiamo uno spazio importante ad una collaborazione speciale di www.10elol.it con il Consultoriogiovani di Mantova. Il Consultoriogiovani è una grande possibilità per tutti voi di dialogo “virtuale” con esperti, pronti ad aiutarvi in situazioni difficili. In fondo a questo articolo troverai la modalità per avere un consiglio da loro. Oggi è la volta di Riccardo, un ragazzo di 20 anni, stanco di alcune situazioni. Leggi!
Ciao, mi chiamo Riccardo, ho 20 anni (21 in aprile), sono diversamente abile e omosessuale. Cerco per quanto posso e riesco di non piangermi addosso, ma non sempre è facile! Purtroppo il rapporto “io /gli altri” fa sì che io abbia due visioni diverse di ogni cosa: se IO mi accetto come disabile, studio ad oltre 900 km da casa (sono della prov. di Taranto, ma studio a Padova), prendo il treno e l’aereo…i miei mi vorrebbero a casa, non ho ancora capito se per fare il centralinista sottopagato, il pendolare disperato che studia una facoltà che non ama…o nessuna delle tre? Se io mi accetto come gay (anche se solo da 1anno e mezzo), ho amici che lo sanno, ho la mia intimità, ho un compagno…non posso alzare la cornetta e dire “mamma, papà fratello, sono innamorato!”
Non so ancora, ad oggi, se non posso perché mi piacciono uomini più grandi o solo perché mi piacciono GLI UOMINI . Ho un compagno da poco, è il primo che si mostra davvero interessato a me dopo le (poche, per fortuna!) brutte esperienze precedenti. Quando i miei l’hanno saputo lui non c’era…nessun gesto plateale, nessuna cacciata di casa, nulla più di qualche minaccia di tornare in Puglia. Da mia madre, s’intende: con mio padre non sono più sposati da 2 anni e mezzo, io sono affidato a mia madre a vita, e mio padre da quel giorno non prende posizione! Poi ho lasciato il mio “ex” e di conseguenza ho calmato le acque a casa. Non scrivo qui per sapere se è la storia della mia vita, nè per sentirmi dire che sono giovane. Scrivo qui per urlare che ho 20 anni con lo zero e non solo il 2.. e voglio vivere per conto mio, amare, soffrire anche…purchè io viva. Scrivo perchè non voglio essere tacciato per MALATO.
Maria Elsa che fa la psicologa, risponde
Ciao Riccardo. Ognuno di noi ha diritto e dovere di cercare la propria realizzazione e la propria felicità e per tali motivi, bisogna sentirsi autorizzati a non aver timori né vergogne. Essere Gay non è una malattia, né un peccato, questo lo spiego anche quando vado nelle scuole superiori e medie a parlare di amore e sessualità e a qualche ragazzino si allargano sempre gli occhi come per dire”grazie per averlo detto“…ma non osa dirlo a parole ancora…..! Speriamo che questi tabù vengano socialmente superati al più presto e definitivamente.
Per la disabilità di cui mi hai parlato senza avermi spiegato di che cosa si tratta, devo capire dove sta il problema dato che fai una vita più movimentata della” considerata” norma ed in ogni caso, malato cosa vuol dire? Che hai meno possibilità di realizzare i tuoi sogni,che hai più bisogno di aiuti…che soffri? In ogni caso, se posso intuire il problema che non è ben chiaro dalla lettera che è comunque molto bella per spunti riflessivi e per come l’hai scritta… se sei affidato alla madre nonostante la maggior età deve essere per un bisogno di aiuto suppongo, ma ogni aiuto non può richiedere in cambio di abdicare alla propria libertà di scelta e di vita,assolutamente!!!! Riccardo amati più che puoi e rivendica la tua vita semplicemente vivendola! A presto… se hai bisogno sono qui!
Hai un problema che vuoi affrontare con gli esperti? Il metodo per parlare con loro è molto semplice! Scrivi una mail a [email protected] mettendo come titolo della mail “CONSULTORIO”. La vostra Kika girerà di conseguenza le vostre richieste al Consultoriogiovani di Mantova.
Pubblicato mercoledì 03/11/2010 in consultorio
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