Autolesionismo: cos’è questo desiderio di sentire dolore?
Ciao ragazzi,
come ogni mercoledi, anche oggi dedichiamo uno spazio importante ad una collaborazione speciale di www.10elol.it con il Consultoriogiovani di Mantova. Il Consultoriogiovani è una grande possibilità per tutti voi di dialogo “virtuale” con esperti, pronti ad aiutarvi in situazioni difficili. In fondo a questo articolo troverai la modalità per avere un consiglio da loro.
L’articolo di oggi è molto particolare, e vi spiego perchè. Poco tempo fa la vostra Kika ha pubblicato un articolo con alcune foto, trovate sul web, che insinuavano la tendenza di Demi Lovato all’autolesionismo. Fra i commenti che avete lasciato, uno mi ha particolarmente colpito e l’ho subito girato al Consultorio che ha colto l’occasione per parlarci di autolesionismo. Leggete il commento!
“Se Demi si taglia non vuol dire che si droga anche! Anche io, come lei, sono autolesionista, lo sono stata in passato ora quel momento l’ho proprio cancellato dalla mia mente, e nonostante ciò mica mi drogavo! So come si sente, se è vero che si taglia, e mi dispiace davvero molto! Se perderà dei fans, sarà solo un bene, perché vuol dire che ha perso fans che non l’amavano davvero…”
MariaElsa che la psicologa risponde
C’è tanto da dire sulle innumerevoli forme di autolesionismo. Ovviamente non contemplano solo danni fisici visibili attraverso segni, cicatrici ecc, ma anche comportamenti lesivi più o meno visibili, forme di pensiero ecc. L’essere umano insegue la possibile felicità ma non sa resistere alla tentazione di farsi un po’ di male. Senza addentrarci in descrizioni di tipo psichiatrico che non servono a capire, ci si può abbandonare ad una spontanea associazione di idee che può aiutarci a scoprire e a riflettere sulla nostra profonda e connaturata conflittualità interna. Il male… fa male e non ci piace; però quando siamo sbalorditi ed increduli di fronte ad un determinato avvenimento, a volte anche troppo bello per essere vero, diciamo “dammi un pizzicotto che mi sveglio…” Così ci capita di scoprire un senso di innamoramento quando ci accorgiamo di soffrire per la mancanza di quella persona e non a caso ci si attacca quando l’altro ci da un po’ di filo da torcere. Si dice anche “Ti amo da morire… o da impazzire…ti mangerei, ti stritolerei..” ecc. ecc. La sofferenza, un po’ solo per restare comunque in salute, ci permette di fare la differenza, così come la certezza della morte ci dà l’ebrezza della vita.
Un po’ di dolore, o un po’ di tristezza, è come il sale della vita, ma troppo sale la guasterebbe e tutti lo temiamo per cui, l’idea di procurarselo ci dà l’illusione di dominarlo e di gestirlo, il dolore! Come quando si abbandona per non subire passivamente l’abbandono altrui che fa così male. Ma anche pensiamo a certe pericolose gare di velocità che spesso vediamo in film che parlano di adolescenti, ai mille modi di mettersi più o meno consapevolmente a rischio, tutti comportamenti ampiamente diffusi che in parte hanno a che fare con la ricerca di nuovi limiti di cui abbisogniamo per ridefinirci a modo nostro e per nostra volontà per sentirsi emancipati dal controllo esterno che sia genitoriale, scolastico ecc, per sentirsi adulti.
Anche alcuni modi di ferirsi, praticati dai giovani, come tagli sulle braccia, deturpazione della pelle del volto o di altre parti del corpo possono avere la duplice funzione di scaricare rabbia e frustrazione sul proprio corpo e nello stesso tempo sollecitarne la sensibilità che attraverso un po’ di dolore o fastidio ci “rassicura” sull’appartenervi (al corpo) sul sentirsi non solo fisicamente ma anche psicologicamente.
Soprattutto per gli adolescenti che vivono un lungo periodo di “crisi evolutiva” e di trasformazione è facile soffrire di angosce di perdita di un preciso confine corporeo. Dato il cambiamento repentino, e di momenti di perdita di identità o di non riconoscimento o confusione. Ecco che un taglio.. fa un po’ male…mah…”ci sento e quindi sono vivo!” “Soffro” per un taglietto o per un gigantesco brufolo che mi sono spiaccicato in pieno volto e che prima neppure si vedeva mentre ora sembra un faro…che indica a tutti la mia esistenza, quindi …”ci sento…mi vedete …forse un po’ malconcio ma sicuramente esisto“. Insomma un po’ di tutto questo ci accade, ma anche fumare sigarette è autolesionismo, rimpinzarsi di schifezze, stare ore davanti al computer, far l’amore senza precauzioni, provare a drogarsi, vestirsi poco quando fa freddo, non mangiare ecc. Un atteggiamento non esclude ma nemmeno contempla l’altro.
Per cui la giovane attrice forse si droga e si taglia, ma qualcuno si droga e non si taglia, qualcun altro si taglia e non si droga. Insomma, bisogna relativizzare un po’ tutto, tenendo presente che nessuno può sottrarsi a qualche atteggiamento, anche se solo in forma “lieve”, di autolesionismo, e che tutto dipende sempre dall’investimento emotivo che si fa su questi atteggiamenti. Possono capitare, sono momenti spesso di passaggio che poi vengono superati, a volte sono forme più serie dalle quali ci si ricava una eccessiva gratificazione “perversa”…a quel punto, davvero qualcosa non fila per il senso giusto e bisogna chiedere aiuto.
Hai un problema che vuoi affrontare con gli esperti? Il metodo per parlare con loro è molto semplice! Scrivi una mail a [email protected] mettendo come titolo della mail “CONSULTORIO”. La vostra Kika girerà di conseguenza le vostre richieste al Consultoriogiovani di Mantova.
Pubblicato mercoledì 24/11/2010 in consultorio
Condividi questo articolo con i tuoi amici di Facebook