Strage di Oslo, 93 morti in nome dell’odio. Perché è successo?
Venerdì 22 luglio l’Europa e il mondo intero sono stati colpiti da uno shock tragico: in Norvegia, un attacco terroristico ha provocato quasi 100 morti. Tra loro moltissimi giovani. Ma tutti, anziani e ragazzi, erano innocenti. Cosa è successo?
Nella capitale, Oslo, è esplosa una bomba nel quartiere degli edifici governativi. Poco dopo, sull’isola di Utoya, qualcuno ha aperto il fuoco all’impazzata contro un raduno di giovani impegnati politicamente. Molti hanno pensato che si trattasse di un attacco terroristico da parte di estremisti islamici, come nel caso delle Torri Gemelle. Ma non era così.
Il colpevole si chiama Anders Behring Breivik, ha 32 anni e non è musulmano. E’ un fondamentalista di destra, razzista e pieno di odio per l’Islam, per i “diversi” e per tutti colori che non vivono secondo le sue regole. Ha compiuto la strage perché pensava che il mondo fosse troppo peccatore e corrotto. Nel suo diario ritrovato su Internet, si leggono minacce anche al Vaticano e al Papa, colpevole, secondo lui, di essere troppo tollerante nei confronti delle diversità religiose e dello stile di vita contemporaneo.
Questa persona odia gli arabi, odia Lady Gaga perché troppo disinibita, odia le donne che hanno molti ragazzi. La sua visione distorta della religione cattolica, unita a ideali razzisti, lo ha portato a pensare che i “peccatori” dovessero essere puniti con un gesto eclatante. E così ha ucciso 93 persone.
Fa riflettere il fatto che molti abbiano subito la colpa all’Islam; invece si trattava di una persona che odiava i musulmani. Una persona talmente spaventata dai diversi da diventare un killer, talmente sicura delle sue convinzioni da uccidere in nome di esse.
Questo ci deve far pensare, mentre ci stringiamo con solidarietà intorno a un Paese che soffre, all’importanza del rispetto delle diversità e al pericolo di chi pensa di avere ragione a tutti i costi, e vuole imporre la sua ragione anche agli altri.
Pubblicato lunedì 25/07/2011 in attualità
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