I blue jeans: lo sapevate che…
Ciao a tutti!
Il primo vero giorno del weekend, finalmente!
Allora, stamattina voglio parlare con voi di un capo d’abbigliamento che tutti, ma davvero tutti, abbiamo. Blu, bianchi, neri, rossi, verdi; stretti larghi, corti, lunghi, comodi, aderenti. Ci andiamo a scuola, ma anche in giro la sera, qualche volta al mare, ma anche in montagna; ne abbiamo almeno un paio nell’armadio. Almeno uno, perché sono certa che ne abbiamo molti di più.
È l’unico abbigliamento che non passa mai di moda, li mettevamo da piccoli e ancora oggi li utilizziamo: i blue jeans!
La storia dei jeans è davvero interessante e carina: io stessa mi sono stupita nel leggerla. Ve la voglio raccontare, perché è interessante capire il segreto di un evergreen, sempre di moda negli anni e nelle nazioni, che non stanca e non smette mai di vestire giovani e adulti.
Le origini dei jeans vengono collocate, non sempre in modo univoco, a Genova, in virtù della grande tradizione tessile che caratterizza questa città.
Il termine inglese blue-jeans infatti si pensa derivi direttamente dalla frase bleu de Gênes ovvero blu di Genova in lingua francese.
Il blue jeans è un pantalone confezionato con un tessuto chiamato “denim”, un tipo di stoffa robusta un tempo riservata a tutt’altro scopo.
Pensate ragazzi che già nel 1300 era utilizzata, ma con il denim venivano confezionati i sacchi per le vele delle navi, o i teli per coprire le merci nel porto: la proprietà infatti che caratterizzava questa stoffa era la resistenza, la robustezza.
Poco a poco iniziò a diventare il tessuto dei lavoratori, coloro che svolgevano lavori manuali (muratori, nei cantieri) per lo stesso motivo: erano forti e resistenti.
Secondo altre versioni i pratici e resistenti “calzoni da lavoro” erano in tempi remoti cuciti con tela di Nîmes (de nimes e poi denim) di color indaco ed erano indossati dai marinai genovesi. Nîmes era la concorrente diretta di Chieri nella produzione di questo tessuto, ma in ogni caso sembra certo che la trasformazione da pezzi di tela a indumento avvenne proprio nella città di Genova.
Il termine di lingua inglese jeans è utilizzato fin dal 1567. Fu infatti nel XVI secolo che dal porto genovese iniziò la grande esportazione di questo materiale. Il fustagno genovese, di qualità media e a prezzi accessibili, tinto con indaco, si era imposto in Europa e in particolare tra i mercanti inglesi.
Riguardo tempi più recenti, Giuseppe Garibaldi, che già era stato un marinaio nella Superba, durante lo sbarco dei mille a Marsala indossò come molti dei suoi garibaldini un paio di “genovesi”, oggi conservati a Roma presso il Museo centrale del Risorgimento.
Si ritiene che, in Italia, uno fra i primi personaggi pubblici ad indossare i jeans sia stato il presidente della FIAT, l’avvocato Gianni Agnelli.
Non è incredibile che il materiale un tempo utilizzato nei porti, nei cantieri, nelle navi, fra i marinai, sia ora stabile da anni sulle passerelle di tutto il mondo? Ma non solo: che i blue jeans siano oggi il capo di moda sempre trendy, sempre cool, sempre adatto alle situazioni, abbinabile con tutto e di tutti i colori!
Solo da qualche anno esistono anche le variazioni di colori: sono stati infatti inventati i diversi lavaggi, per cui i nostri jeans risultano sfumati, sbiaditi o a chiazze.
Anche per voi i jeans sono un must? Li preferiti stretti o larghi? E… quanti ne avete nell’armadio?Io ammetto… davvero tanti: ma perché mi ci affeziono e non li butto mai!
A più tadi!
Kika
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