Facciamo i conti in tasca al Trono di Spade.
Compensi degli attori in crescita rispetto alle passate stagioni, costi della produzione in netto aumento.
E’ plausibile pensare che dietro la scelta di sole sei puntate, e del loro rapido svolgersi e volgere al termine, ci siano soltanto questioni di natura economica?
Abbiamo largamente discusso di come l’ultima stagione del Trono di Spade abbia scontentato la maggior parte del suo accanito seguito, anche se l’ultima puntata nello specifico ha cercato di delineare nella maniera migliore possibile, quanto meno la posizione degli ultimi protagonisti rimasti.
La sceneggiatura da molti definita frettolosa e troppo rapidamente volta ad una rapida conclusione è stata da moltissimi criticata, lasciando lunghi strascichi con spunti per discussioni di ogni tipo.
Come abbiamo avuto modo di osservare, le stagioni precedenti si caratterizzavano ed erano apprezzabili per una storia che fluiva si in maniera omogenea e travolgente, ma allo stesso tempo riusciva ad andare a fondo nei dettagli, sviluppando tutte le vicende dei personaggi e svelandone i misteri con il giusto pathos e la fisiologica attesa, che d’altronde valorizzano l’impianto narrativo stesso di qualsiasi racconto.
Uno degli argomenti meno presi in considerazione, ma forse nettamente più influente sulla realizzazione dell’ultima stagione, è quello che riguarda, ahinoi, il vile denaro.
Questa volta non c’entra la Banca di Ferro, con i suoi prestiti alla corona. Parliamo di economia spiccia, con cui purtroppo c’è da fare i conti anche per un’emittente del calibro di HBO.
Per quanto possa sembrarci strano e paradossale, che anche le casse di Westeros siano anch’esse preda dell’austerity, non è fantasia affermare che la scelta di produrre un’ultima stagione con così pochi episodi e con un ritmo narrativo così veloce, sia inevitabilmente dovuta a ragioni quasi solo prettamente economiche.
Prima di tutto, bisogna ricordare come la linea editoriale mantenuta da sempre dalla casa di produzione statunitense, abbia sempre tenuto in considerazione serie tv che nel loro complesso non andavano oltre la sesta stagione, vi basti pensare ad altri culti made in HBO, come gli indimenticabili Sex and the City e i Soprano. Questo potrebbe essere un punto di vista a loro favore, coerente con le scelte fatte in precedenza, per quanto IL TRONO DI SPADE si componga di otto stagioni, ma siano tutte composte da molti meno episodi rispetto alle serie su menzionate.
Parlando di cifre nude e crude, sappiamo che GOT ha portato nelle casse di HBO, soltanto negli ultimi 3 anni, un profitto che supera di gran lunga i 2 miliardi l’anno di ricavo. Non c’è che dire, decisamente un successo planetario. Sembra quasi uno scherzo stare qui a discutere di cifre che potrebbero aver indotto la produzione a fare dei tagli o a decidere di troncare la storia quanto prima.
Quello che trapela nella realtà, è che purtroppo con l’andare del tempo il cachet degli attori è cresciuto in maniera esponenziale, seguendo la scia del successo ottenuto nelle prime stagioni, come è purtroppo normale che sia. Ad esempio, gira una voce secondo la quale la maggior parte dei protagonisti, avrebbe preteso ed ottenuto un compenso che supera il milione di euro ad apparizione per puntata. La rivelazione sarebbe venuta fuori dopo le controversie legali avute da Nikolay Coster Waldau (l’attore che intepreta Jamie Lannister)con il suo ex menager, infatti come afferma Business Insider l’attore avrebbe appunto guadagnato precisamente 1,07 milioni di dollari a puntata. Non male come guadagno, certamente, ma una prova in più per farci capire che anche la storia nella sua finzione artefatta, sia subordinata inevitabilmente con le scelte della vita reale.
Quindi, il cachet degli artisti facenti parte il cast, sarebbe alla base della chiusura poco soddisfacente e troppo veloce di una serie che dal 2011 monopolizza e ipnotizza il pubblico, per quanto possa sembrare strano. Infatti, facendo una media sostanziale e sommaria in base allo stipendio percepito dallo “sterminatore di Re”, possiamo dire che solo tra lui e l’attrice di Cercei Lannister, sua gemella nella serie, HBO ha speso oltre 10 milioni di dollari(considerato che poi non sono entrambi apparsi in tutti gli episodi).
Ancora secondo l’autorevole fonte Business Insider, sino al 2014 lo stipendio medio degli attori era di 300mila dollari a puntata, aumentato poi a 500mila dal 2017. Crescendo spropositatamente i cachet, sebbene il numero dei personaggi principali si sia anche ridotto con il passare degli anni, i costi legati al cast sono esplosi.
Se consideriamo anche il dato di tutti gli altri attori, dal folletto a Jon Snow, da Sansa a Arya Stark, possiamo immaginare che i costi di produzione siano lievitati enormemente, tanto da indurre a un tipo di strategia differente rispetto al passato, che ha portato poi alla scelta discussa di rendere così breve e rapido lo svolgersi e la conclusione della storia.
Il discorso fila, specie se si pensa che bisogna sommare a quanto detto, il costo di scene come quella della lunga notte, che ha richiesto ben due mesi di riprese notturne per essere ultimata.
Se a questi conti, ci aggiungiamo poi le maestose spese per le produzioni di scene epiche che hanno richiesto mirabolanti contributi futuristici di computer grafica, ad esempio per gli episodi numero tre e quattro, il gioco è fatto.
Vi basti pensare che, secondo Variety, il prezzo di ogni singola puntata di questa stagione è stato all’incirca sui 15 milioni di dollari. Anche se non si tratta di una cifra che ha ricevuto conferme da HBO.
Anche se non può essere una consolazione, e molte di queste voci non sono state attestate come certe e fondate al 100%, non ci sentiamo di dire che siano tanto lontane dalla realtà. Per quanto sia cinico e spoetizzante, Westeros e tutte le storie epiche del suo continente sono state ridotte e messe alla berlina dalla logica dell’interesse, per ragioni legate a questioni di convenienza e ricavo.
È brutto sicuramente, smontare tutto il puzzle e ridurlo sempre ad una questione di soldi, ma purtroppo la realtà è ben diversa dalla fantasia.
Pubblicato venerdì 26/04/2019 in GOT, hbo, trono di spade
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