I mostri femminili nella mitologia, tutte le creature leggendarie dei libri
I mostri femminili nella mitologia, tutte le creature leggendarie dei libri: la storia è ricca di leggende che narrano le vicende di figure femminili dalle particolari potenzialità e caratteristiche fisiche. I mostri femminili nella mitologia sono creature leggendarie che hanno animato libri, racconti e fantasie degli appassionati.
I mostri mitologici femminili sono, generalmente, donne dai grandi poteri, non sempre benevoli nei confronti degli uomini o dei loro nemici, artefici di grandi conquiste o di indimenticabili disastri.
Quali sono i mostri mitologici femminili più famosi? Vediamone alcune che hanno fatto la storia.
Hai mai sentito parlare delle Naiadi? Sono le ninfe dell’acqua nelle sue diverse forme: i fiumi, le sorgenti, le fontane, i laghi e le paludi. Ognuna di loro personifica la fonte o il fiume che abitano e godono di grande longevità ma sono mortali.
Le Naiadi, secondo la mitologia, sono creature benevole e avevano la fama di essere guaritrici, infatti gli infermi bevevano l’acqua delle loro fonti o vi si bagnavano. In alcuni casi, però, il bagno era considerato sacrilego ed era punito con una vendetta che solitamente era espressa in forma di malattia misteriosa.
Tra i mostri femminili più “mostruosi” vi è Ammit, detta anche la Divoratrice. Fa parte della mitologia egizia e ha un aspetto che incute terrore: capo di coccodrillo, zampe anteriori e tronco di leonessa, zampe posteriori di ippopotamo.
Ammit assiste alla Psicostasia, insieme ai vari dèi. Se la piuma di Maat pesa meno del cuore del defunto, il cuore viene dato in pasto a lei e il morto è condannato a passare l’eternità nel duat, il regno degli inferi.
Altre donne della mitologia molto famose sono le Arpie: anche il loro aspetto trasmette paura, sono alate, fastidiose e rivoltanti creature metà donna e metà uccello che, nella cultura greca, personificavano la furia dei venti marini. Durante le burrasche e le tempeste di mare, le Arpie erano solite rapire i naufraghi. In un secondo momento furono considerate creature infernali che rapivano le anime dei morti per trasportarle nell’aria.
Nella mitologia irlandese, una delle figure femminili più famose è Banshee, una donna spettrale e talvolta bellissima, la Banshee è una messaggera che viaggia dall’Altro Regno a questo mondo nel momento della morte.
La Bashee appare di notte e la si può sentire mentre urla e singhiozza vicino a una casa, alla finestra di una camera da letto o negli ospedali quando la morte è vicina.
La donna-ragno Biliku è una figura mostruosa della mitologia indiana. Secondo la leggenda indiana, Biliku ha l’aspetto di un’enorme donna-ragno dai grandissimi poteri, si dice che esistesse prima della creazione del mondo e che fu lei a creare la Terra e gli uomini. Dopo aver tessuto la tela, si aggirò nella “vasta notte vuota” e si servì delle antenne per modellare la Terra e collocarla nell’Universo. Soddisfatta del suo lavoro, creò fuoco e luce e ne governò ogni aspetto.
La mitologia greca racconta anche la figura di Cariddi, un mostro marino; in principio Cariddi era una naiade dedita alle rapine e conosciuta per la sua voracità. Un giorno rubò ad Eracle i buoi di Gerione e ne mangiò alcuni, allora Zeus la fulminò facendola cadere in mare, dove la mutò in un gigantesco mostro che formava un vortice marino con la sua immensa bocca, capace di inghiottire le navi di passaggio.
Altra figura mostruosa greca è la Chimera raffigurata con tre teste frontali, le cui due laterali di leone e di drago e la centrale di capra.
Dalla bocca di Chimera usciva un alito infuocato che uccideva chiunque si avvicinasse e, già nell’antichità, era considerata come un’incarnazione di forze fisiche distruttrici (vulcani o tempeste).
Tra le figure mitologiche femminili più graziose vi sono le Driadi, le ninfe dei boschi che incarnavano la forza e il rigoglio vegetativo. Esseri immortali rappresentate con la parte inferiore del corpo di un tronco d’albero e la parte superiore evidenziava una certa bellezza e solarità.
Sempre la mitologia greca narra della figura di Echidna il cui corpo di donna terminava con una coda di serpente al posto delle gambe. Si dice che vivesse in una grotta profonda tra gli Arimi e mangiava uomini crudi. Altre tradizioni la pongono nel Peloponneso: qui sarebbe stata uccisa nel sonno da Argo dai Cento Occhi, perché aveva l’abitudine di divorare i passanti.
Empusa, mito greco, aveva delle sembianze mostruose e si racconta che terrorizzasse i viaggiatori o, addirittura, divorasse chi percorreva le strade e i sentieri dov’era presente lei.
Empusa aveva sembianze cangianti, in base alla sua vittima poteva assomigliare a una cagna o una vacca o poteva mutare l’aspetto in quello di una donna debole o seducente.
Le Erinni, invece, erano le dee della maledizione e della vendetta punitrice ed erano raffigurate in modo raccapricciante: vecchie orribili con serpenti al posto dei capelli e con occhi di fiamma.
Una delle figure mitologiche femminili più conosciute è la Fata, una creatura leggendaria proveniente dalla cultura italiana e francese. Un essere etereo e del tutto soprannaturale, una sorta di spirito della Natura che presiede il destino.
Dalla mitologia egizia deriva il mito di Fenice, un uccello mitologico noto per il fatto di rinascere dalle proprie ceneri dopo la morte, mentre dalla cultura greca deriva uno dei mostri più conosciuti e rappresentati: Medusa.
Quest’ultima non era immortale e, insieme a Steno ed Euriale, era una delle tre Gorgoni, figlie di Forco e di sua sorella Ceto, due orrendi mostri marini. Medusa aveva il potere di pietrificare ogni creatura vivente con il suo sguardo.
Gli antichi greci narravano anche il mito di Lamia, figura in parte umane e in parte animalesca, rapitrice di bambini. Lamia era in grado di mutare il suo aspetto per trasformarsi in una donna dalla splendida apparenza in grado di sedurre giovani uomini per poi nutrirsi del loro sangue e della loro carne.
Altra figura femminile è Lilith che nella religione mesopotamica è il demone femminile associato alla tempesta, ritenuto portatore di disgrazia, malattia e morte.
Dall’apparenza più piacevole erano le Ninfe, bellissime fanciulle eternamente giovani. Si racconta dell’esistenza di tre tipi di ninfe: quelle terrestri, quelle marine e quelle dell’aria.
Scilla era una splendida ninfa che rifiutava l’amore di ogni pretendente e venne trasformata in un mostro di forma canina con sei orrende teste e dodici zampe al posto delle gambe.
La Sfinge è un mito che deriva dall’antico Egitto raffigurata come un mostro con il corpo di leone e la testa umana, di falco o di capra.
Le Sirene erano donne bellissime che apparivano tra le acque del mare chiedendo con un canto suadente ai marinai di interrompere la loro solitaria navigazione e intrattenersi con loro. Nessuno resisteva all’invito che precedeva una fine crudele.
La Strige della cultura romana era un uccello notturno di cattivo auspicio che si nutriva di sangue e carne mentre dalla mitologia norrena derivano le Valchirie, graziose ragazze armate sopra cavalli alati, con elmo e lancia che sceglievano i condottieri più valorosi da portare al servizio di Odino.
Pubblicato martedì 08/07/2014 in libri
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