Il nome della rosa di Umberto Eco, il riassunto
Il nome della rosa di Umberto Eco è uno dei romanzi più noti dell’autore. Ambientato in un’abbazia benedettina nel 1300 circa, racconta il mistero che ruota intorno alla biblioteca del monastero. In questo articolo ti proponiamo il riassunto de Il nome della rosa di Umberto Eco.
Guglielmo da Baskerville, un frate francescano inglese, insieme all’allievo Adso da Melk, giungono in un monastero benedettino sperduto sui monti del Sud della Francia. I due devono prendere parte ad un convegno che vede schierati, da un lato, i francescani che vivono secondo la povertà del Cristo, dall’altro lato, i partigiani del papa. Le due fazioni di confronteranno al fine di trovare un accordo.
Uno dei francescani, l’Abate Abbone, chiede a Guglielmo di Baskerville di scoprire quali siano le cause della morte di Adelmo da Otranto, giovane monaco caduto dall’edificio.
Per portare a termine la sua indagine, Guglielmo di Baskerville fa la conoscenza di alcuni frati: Salvatore, Ubertino da Casale, Venanzio, Jorge, Severino e Berengario che gli permettono di scoprire alcune norme e segreti dell’abbazia.
Il giorno seguente, Venanzio viene trovato morto in un barile di sangue di maiale. Guglielmo si convince che le due morti siano legate alla biblioteca dell’abbazia, un luogo simile ad un labirinto il cui accesso viene consentito a pochi. Guglielmo e Adso scoprono che vi sono alcuni libri vietati che vengono indicati con il termine finis africae e iniziano a sospettare di Berengario, aiutante del bibliotecario.
Nonostante i divieti, Guglielmo e Adso riescono ad entrare in biblioteca e scovare gli appunti di Venanzio, ma si accorgono che qualcuno li osserva di nascosto e a Guglielmo vengono rubati gli occhiali.
Il terzo giorno viene trovato il corpo di Berengario con delle macchie marroni sulle dita e sulla punta della lingua tanto da sospettare l’avvelenamento.
Queste morti mettono in allarme il mondo religioso e giungono all’abbazia il gruppo dei francescani guidato da Michele da Cesena, e gli emissari del papa con l’inquisitore Bernardo Gui. Intanto, Guglielmo e Adso continuano la loro indagine.
Il quinto giorno viene rinvenuto il corpo di Severino con la testa schiacciata. Bernardo Gui accusa Remigio dei delitti e lo processa insieme a Salvatore e a una sconosciuta. Pur di evitare la tortura, si auto dichiarano colpevoli, ma, il giorno dopo, viene trovato un altro corpo, quello di Malachia.
Guglielmo è convinto che esista un legame tra il libro scomparso e gli omicidi ma gli ordinano di terminare le indagini. Il frate prosegue nelle sue ricerche e, insieme ad Adso, entra nella biblioteca di notte e scopre chi la abita. Quest’ospite sconosciuto lascia loro leggere il libro tanto ricercato: una copia unica di un testo di Aristotele sull’umorismo ed il riso. La biblioteca, poi, prende fuoco.
Guglielmo da Baskerville, un frate francescano inglese, insieme all’allievo Adso da Melk, giungono in un monastero benedettino sperduto sui monti del Sud della Francia. I due devono prendere parte ad un convegno che vede schierati, da un lato, i francescani che vivono secondo la povertà del Cristo, dall’altro lato, i partigiani del papa. Le due fazioni di confronteranno al fine di trovare un accordo.
Uno dei francescani, l’Abate Abbone, chiede a Guglielmo di Baskerville di scoprire quali siano le cause della morte di Adelmo da Otranto, giovane monaco caduto dall’edificio.
Per portare a termine la sua indagine, Guglielmo di Baskerville fa la conoscenza di alcuni frati: Salvatore, Ubertino da Casale, Venanzio, Jorge, Severino e Berengario che gli permettono di scoprire alcune norme e segreti dell’abbazia.
Il giorno seguente, Venanzio viene trovato morto in un barile di sangue di maiale. Guglielmo si convince che le due morti siano legate alla biblioteca dell’abbazia, un luogo simile ad un labirinto il cui accesso viene consentito a pochi. Guglielmo e Adso scoprono che vi sono alcuni libri vietati che vengono indicati con il termine finis africae e iniziano a sospettare di Berengario, aiutante del bibliotecario.
Nonostante i divieti, Guglielmo e Adso riescono ad entrare in biblioteca e scovare gli appunti di Venanzio, ma si accorgono che qualcuno li osserva di nascosto e a Guglielmo vengono rubati gli occhiali.
Il terzo giorno viene trovato il corpo di Berengario con delle macchie marroni sulle dita e sulla punta della lingua tanto da sospettare l’avvelenamento.
Queste morti mettono in allarme il mondo religioso e giungono all’abbazia il gruppo dei francescani guidato da Michele da Cesena, e gli emissari del papa con l’inquisitore Bernardo Gui. Intanto, Guglielmo e Adso continuano la loro indagine.
Il quinto giorno viene rinvenuto il corpo di Severino con la testa schiacciata. Bernardo Gui accusa Remigio dei delitti e lo processa insieme a Salvatore e a una sconosciuta. Pur di evitare la tortura, si auto dichiarano colpevoli, ma, il giorno dopo, viene trovato un altro corpo, quello di Malachia.
Guglielmo è convinto che esista un legame tra il libro scomparso e gli omicidi ma gli ordinano di terminare le indagini. Il frate prosegue nelle sue ricerche e, insieme ad Adso, entra nella biblioteca di notte e scopre chi la abita. Quest’ospite sconosciuto lascia loro leggere il libro tanto ricercato: una copia unica di un testo di Aristotele sull’umorismo ed il riso. La biblioteca, poi, prende fuoco.
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