La luna e i falò di Cesare Pavese, il riassunto
La luna e i falò è l’ultimo romanzo scritto da Cesare Pavese a metà del ‘900. Se non lo hai ancora letto, in questo articolo ti proponiamo il riassunto di La luna e i falò.
Anguilla è un trovatello allevato da contadini sulle colline delle Langhe. I suoi genitori lavorano le terre di Gaminella e lui, dopo alcuni anni trascorsi a fare il contadini nelle terre della Mora, decide di emigrare in America per cercare fortuna.
Ma la nostalgia di casa, dopo un po’ di tempo, si fa sentire e Anguilla, ormai quarantenne, decide di tornare in Italia per ricercare la propria identità tra i luoghi della sua infanzia.
Anguilla torna a Santo Stefano Belbo dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale ma il ritorno è amaro: il mondo che ricordava non esiste più.
Nel podere dove lui è cresciuto, ora vive la famiglia di Valino, un mezzadro violento che sfoga la rabbia per una vita di povertà e sofferenza sulla sua famiglia.
Anguilla fa amicizia con Cinto, il figlio zoppo di Valino, con cui inizia a trascorrere il tempo sulle Langhe ricordando i momenti dell’infanzia e dell’adolescenza.
Anguilla ritrova anche il vecchio amico Nuto, un falegname che era stato per lui un punto di riferimento, quasi una figura paterna. L’uomo, ex partigiano, racconta ad Anguilla tutti gli orrori della guerra civile contro i nazifascisti, un periodo che aveva cambiato l’esistenza dell’intera comunità.
Intanto, a causa della situazione economica tragicamente precipitata, Valino impazzisce e preso da un raptus di follia massacra tutta la famiglia, incendia la Gaminella e si impicca. Dalla tragedia, si salva solo Cinto che corre da Anguilla per trovare riparo.
Ripercorrendo i luoghi dell’infanzia, Anguilla scopre una triste verità sulle tre sorelle della cascina della Mora dove lui aveva lavorato come contadino prima di partire per l’America: Irene ha sposato un uomo violento, Silvia è morta di parto dopo una relazione adulterina e Santina, la ragazza più piccola e più bella di cui Anguilla era segretamente, è stata giustiziata e data alle fiamme dai partigiani perché si era infiltrata come spia tra i partigiani.
Anguilla decide di abbandonare Santo Stefano Belbo ma prima di partire affida Cinto a Nuto.
Anguilla è un trovatello allevato da contadini sulle colline delle Langhe. I suoi genitori lavorano le terre di Gaminella e lui, dopo alcuni anni trascorsi a fare il contadini nelle terre della Mora, decide di emigrare in America per cercare fortuna.
Ma la nostalgia di casa, dopo un po’ di tempo, si fa sentire e Anguilla, ormai quarantenne, decide di tornare in Italia per ricercare la propria identità tra i luoghi della sua infanzia.
Anguilla torna a Santo Stefano Belbo dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale ma il ritorno è amaro: il mondo che ricordava non esiste più.
Nel podere dove lui è cresciuto, ora vive la famiglia di Valino, un mezzadro violento che sfoga la rabbia per una vita di povertà e sofferenza sulla sua famiglia.
Anguilla fa amicizia con Cinto, il figlio zoppo di Valino, con cui inizia a trascorrere il tempo sulle Langhe ricordando i momenti dell’infanzia e dell’adolescenza.
Anguilla ritrova anche il vecchio amico Nuto, un falegname che era stato per lui un punto di riferimento, quasi una figura paterna. L’uomo, ex partigiano, racconta ad Anguilla tutti gli orrori della guerra civile contro i nazifascisti, un periodo che aveva cambiato l’esistenza dell’intera comunità.
Intanto, a causa della situazione economica tragicamente precipitata, Valino impazzisce e preso da un raptus di follia massacra tutta la famiglia, incendia la Gaminella e si impicca. Dalla tragedia, si salva solo Cinto che corre da Anguilla per trovare riparo.
Ripercorrendo i luoghi dell’infanzia, Anguilla scopre una triste verità sulle tre sorelle della cascina della Mora dove lui aveva lavorato come contadino prima di partire per l’America: Irene ha sposato un uomo violento, Silvia è morta di parto dopo una relazione adulterina e Santina, la ragazza più piccola e più bella di cui Anguilla era segretamente, è stata giustiziata e data alle fiamme dai partigiani perché si era infiltrata come spia tra i partigiani.
Anguilla decide di abbandonare Santo Stefano Belbo ma prima di partire affida Cinto a Nuto.
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