Minatori cileni liberati: fine di un incubo. Il ritorno alla vita.
Un incubo durato 77 giorni: un sogno che inizia a realizzarsi, e a diventare realtà. Telegiornali, web e media di ogni genere dal 5 Agosto scorso ci tengono aggiornati sulle condizioni fisiche e psicologiche di 33 uomini intrappolati sotto terra, nella cava di Jose, in Cile.
Sono iniziate all’una di notte (ora italiana) le operazioni di liberazione dei minatori: al momento, mentre la vostra Kika scrive, sono stati estratti 7 uomini. Che finalmente vedono la luce, respirano l’aria, abbracciano gli affetti più cari. Il mondo, grazie a dirette web e cronisti di ogni paese, resta in continuo aggiornamento sulla liberazione di quegli uomini, costretti da tempo a vivere negli inferi della terra. Il primo minatore a rivedere la luce è stato Florencio Avalos, accolto da applausi, lacrime, e l’abbraccio amoroso di un figlio commosso e una moglie finalmente sorridente.
“Non ci trattate come star dello spettacolo o come giornalisti, ma continuate a trattarci come Mario, il lavoratore, il minatore.” Dice Mario Sepulveda, minatore liberato.Parlando dell’esperienza degli oltre due mesi passati sottoterra ha poi detto che «Stavo con Dio e con il diavolo, però mi sono aggrappato alla mano di Dio e in nessun momento ho dubitato del fatto che Dio sarebbe venuto a salvarmi”
Vengono i brividi solo al pensiero di immaginare di vivere più di due mesi lontano da tutto, dalla famiglia, dalla casa, dagli amici, ma anche dalla quotidianità, dalla vita che ogni giorno riempie le ore di ogni uomo. Svegliarsi al buio, mangiare al buio, dialogare al buio, addormentarsi al buio: il tutto con 32 compagni che, in poche ore, diventano amici, o forse di più, fratelli. Abbiamo visto per mesi i video che le potenti teconologie riuscivano a fornirci: non è mai stato registrato nessun cedimento, nessun pianto, nessuno sclero fra questi coraggiosi ostaggi della terra. La domanda che viene ora è: come hanno fatto a resistere?
Avere una famiglia all’esterno che li attendeva? Il ricordo di una casa? La certezza di non essere abbandonati dal mondo? Il fatto di non essere soli, ma in un gruppo numeroso? La fede? Tutte queste cose insieme?
VIDEO: LA PRIMA LIBERAZIONE
Finalmente, a poco a poco, la luce li sta abbracciando: continuiamo a seguire la vicenda della liberazione di 33 uomini, che hanno lasciato il mondo con il fiato sopseso, attaccato alla tv. E’ lo stesso mondo che, estrandoli dalle proprie viscere, oggi dà loro il “bentornati”, augurando a tutti di riabbracciare le persone più care e gli affetti di sempre, nella certezza che la cava di Jose sarà, per sempre, un ricordo a lieto fine di una vicenda indimentoicabile.
Pubblicato mercoledì 13/10/2010 in di la tua
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