Perché vale la pena vivere? Risponde il Consultorio
Ciao ragazzi,
come ogni mercoledì, dedichiamo uno spazio importante a una collaborazione speciale di www.10elol.it con il Consultoriogiovani di Mantova. Il Consultoriogiovani è una grande possibilità per tutti voi di dialogo “virtuale” con esperti, pronti ad aiutarvi in situazioni difficili. In fondo a questo articolo troverai la modalità per avere un consiglio da loro. Oggi è la volta di Antonella, che dopo aver scoperto di essere innamorata di una sua amica è diventata vittima di bullismo dei suoi compagni e ha iniziato ad autolesionarsi. Antonella si chiede perché vale la pena vivere. La sua lettera era molto forte e intensa, per questo alcuni pezzi sono stati censurati.
Ciao, mi chiamo Antonella e ho 14 anni. Sono sempre stata, fin da piccola, una ragazza solare e con tanti amici. Mi piaceva essere in compagnia ed essere felice. Ma quest’anno qualcosa è cambiato: mi sono innamorata. Di una mia amica. All’inizio pensavo: è l’età, è una cosa passeggera, non è possibile, cosa mi succede? Ma alla fine ho capito che non era un dramma, almeno per me: l’ho detto alle mie migliori amiche e non so come o quando o perché la cosa si è sparsa in giro, e l’ha saputo tutta la mia classe, più altre persone di altre sezioni. Hanno cominciato a prendermi in giro, e io questa cosa non la reggevo. In più ho scoperto che anche la mia migliore amica è “come me”. Per cui sono riuscita a confidarmi liberamente con lei. Ma non è servito a molto. Un pomeriggio sono tornata a casa, sono andata in bagno e ho preso la prima cosa che mi sono trovata sotto mano (un pettine di metallo) e ho cominciato a graffiarmi. La cosa è successa ancora e ancora. […] Mi tagliavo sulle braccia, ma poi sia delle mie compagne di pallavolo sia il mio allenatore hanno visto i tagli e ho dovuto inventarmi mille scuse credibili; perciò ho smesso, perlomeno sulle braccia. […]
Ho detto questo anche alle mie amiche, alcune (che Dio le benedica) riescono a capirmi, altre dicono che è sbagliato ciò che faccio, che devo smettere (come se fosse facile, e come se loro sapessero cosa si prova) e invece altre dicono che è per la ricerca di attenzioni. Davvero? Piangere tutte le notti in modo che nessuno ti senta, o tagliarsi fino a sentire la pelle che brucia come sui carboni ardenti […] è tutto per una ricerca di attenzioni? Io lo faccio per non pensare alle cose brutte della mia vita, lo faccio per provare sulla pelle ciò che provo nell’anima, e, credetemi, è meno doloroso. Ho paura che mia madre mi scopra. Ormai mi porto una lametta persino a scuola, per gli attacchi di panico; si, a volte mi prendono degli attacchi di panico e comincio a tagliarmi. Fosse solo per il mio orientamento sessuale… Ogni volta che mi autolesiono metto insieme tutte le cose negative della mia vita: le prese in giro del tipo “brutta m***a devi morire”, o “se fossi in lei mi butterei da un balcone”, il mio aspetto fisico. E la domanda che mi pongo ogni due secondi: per cosa vale la pena vivere, soffrire, morire? Perché non finirla ora? Tanto tutto ciò non serve a niente. Mi domando se arriverò mai al suicidio, ma so che non m’importerebbe, ne a me, ne tantomeno a coloro che conosco. Perché alla fine, a che cosa servo? Aiuto.
Antonio, psicologo, risponde:
Cara Antonella, innanzitutto la tua richiesta d’aiuto è una buona partenza; riuscire ad ammettere le proprie debolezze non è da tutti, non è sempre così facile. Anche il farsi tante domande è un buon segno, vuol dire che qualcosa in noi si sta muovendo. Alla tua età può succedere che il mondo sembri caderci addosso e gli ostacoli siano sempre più presenti. Sei in un periodo di sperimentazione del tuo corpo sia emotivamente che fisicamente. La pelle rappresenta un confine che permette di esistere. Nello stesso tempo è come un limite che impedisce alla tua “sostanza”, la tua vera personalità di emergere. La pelle è allo stesso tempo un alleato ed un nemico.
Il “cambiare pelle” è un processo naturale, ma che le persone ed in particolare i ragazzi affrontano con speranza, ma anche dolore: stai ricercando la tua sessualità, la tua identità, il tuo posto nel mondo. Nel fare questo, la sofferenza aumenta in modo esponenziale quando gli altri non comprendono le scelte intraprese. Da ciò che scrivi, hai delle amicizie con cui condividere le tue emozioni, che non ti giudicano e questa è un’ottima cosa. Sapere che ci sono e che ti ascoltano, vuol dire che non sei sola. Se senti che questa cosa è necessaria, ma non sufficiente, potresti cercare il consultorio giovani a te più vicino e parlare direttamente con un esperto. Nascondere la tua sofferenza è sicuramente molto faticoso, diventa un ulteriore complicazione che alimenta il problema.
Ti piace avere una passione? Mi hai detto che giochi a pallavolo. Le passioni sono un modo per sentirsi vivi, così come il tagliarti ha lo stesso effetto, ma con le conseguenze che tu ben sai. Cerca di trovare altre passioni, magari da condividere con le amiche che non ti giudicano. Anche con te stessa. Potresti provare, infine, a confidarti con i tuoi genitori. E’ un passo difficile, che potrebbe essere importante.
Hai un problema che vuoi affrontare con gli esperti? Il metodo per parlare con loro è molto semplice! Scrivi una mail a [email protected] mettendo come titolo della email “CONSULTORIO”. La vostra Kika girerà di conseguenza le vostre richieste al Consultoriogiovani di Mantova!
Pubblicato mercoledì 16/01/2013 in consultorio
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