Rolling in the Blues: cinque curiosità sul nuovo album degli Stones
Il 2 dicembre, i Rolling Stones pubblicano un nuovo album in studio (dopo A Bigger Bang del 2005). Si chiama Blue & Lonesome: dodici tracce blues che omaggiano Jimmy Reed, Willie Dixon, Eddie Taylor e gli altri i miti dei Glimmer Twins.
Ascoltandoli, Keith Richards ha imparato la tecnica delle corde, guardandoli, Mick Jagger ha capito come muoversi “like Jagger“.
Blue & Lonesome è stato anticipato da due video: Hate To See You Go, in cui le immagini degli Stones impegnati in studio si alternano a scene di vita quotidiana ambientate a New York, e Ride ‘Em On Down, dove il blues “accende” una ribelle Kristen Stewart, alla guida di un’auto vintage nell’assolata Los Angeles.
Blue & Lonesome in cinque curiosità:
Galeotto fu il Blues
Si conoscevano di vista, ma fu nel 1961 sulla banchina della stazione di Dartford che scattò la scintilla tra Keith Richards e Mick Jagger. Due diciottenni molto diversi tra loro: il primo era un Teddy Boy che frequentava la scuola d’arte di Sidcup, il secondo era diretto alla prestigiosa London School of Economics con due introvabili vinili blues sotto braccio. “Il tesoro dei pirati” per Keef, come spiega nella biografia Life. L’argomento in comune era stato trovato e i due fecero il viaggio insieme. Da allora non sono mai scesi dal treno.
Londra andata e ritorno
La Londra bene era devota al jazz e si riuniva al Marquee, club tanto snob quanto cool di Soho, dove il blues era ancora considerato ridicolo. Non per l’austro-greco Alexis Korner che votatosi a diffondere la sacralità di questo genere, aprì l’Ealing Club. Lì Keith Richards e Mick Jagger, con il gruppo dell’epoca Little Boy Blue and The Blue Boys, salirono la prima volta su un palco sconvolgendo la City con il sound di Chicago. Il Blues si era elevato a genere di successo e, qualche mese dopo, il Marquee fece marcia indietro richiamando gli Stones. Cinquant’anni dopo, con Ronnie Wood e Charlie Watts, attuali chitarra e batteria dei Rolling, sono tornati nella stessa West London per registrare Blue & Lonesome.
Nel nome di Muddy
Davanti a una birra al Bricklayers Arms di Broadwick Street, nel 1962 Brian Jones reclutò Keith Richards, Mick Jagger, Ian Stewart e Dick Taylor: la primissima formazione. Ma come battezzare il neonato gruppo? Il caschetto d’oro ricevette un segno dal padre del blues di Chicago. Al telefono con un redattore di Jazz News, per pubblicare un annuncio d’ingaggio, vide la copertina di The Best of Muddy Waters ai suoi piedi. Rollin’ Stone (1950) è la prima traccia del disco. Gli altri quattro protestarono ma questa era – per il momento – la band di Brian.
Il mio amico Eric
Prestate attenzione alla chitarra nelle tracce 6 e 12 del nuovo album (Everybody Knows About My Good Thing e I Can’t Quit You Baby), perché a suonarla è Eric Clapton. Oltre ad appartenere al club dei chitarristi più talentuosi, “Slowhand” e Keith Richards hanno molto in comune. Entrambi frequentarono una scuola d’arte – così come Ronnie Wood. L’impresario Giorgio Gomelsky gestì sia i Rolling sia The Yardbirds, band in cui militava Clapton. Richards scrisse parole solidali all’amico quando nel 1991 perse un figlio. Quindici anni prima, aveva attraversato la stessa tragedia.
Blu Mississipi
La linguaccia diventa blu per celebrare il nuovo disco. Insoddisfatto dai loghi proposti dalla casa discografica Decca, nel 1972 Mick Jagger commissionò il lavoro a John Pasche, studente d’arte, per 50 sterline. Oggi l’icona arriva su Twitter. Usando l’hashtag #rollingstones, compare nel cinguettio di blu vestita. A New York invece, potreste imbattervi in diverse lingue alte quanto voi, sparse in città per l’arrivo di Exhibitionism. Con oltre 500 cimeli degli Stones, tra costumi di scena, strumenti e diari personali, la mostra resta nella Big Apple fino al 12 marzo 2017.
Pubblicato venerdì 02/12/2016
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