Selezione all’ingresso da Harrods: il no alla cresta di Lisa Mansour
Lisa Mansour: la donna che non hanno fatto entrare da Harrods a causa del suo taglio di capelli "offensivo"
Ciao a tutti ragazzi!
Stamattina voglio raccontarvi un aneddoto che proviene da Londra e che ha per protagonista una donna di nome Lisa Mansour a cui è stato vietato l’accesso da Harrods, un grande magazzino di lusso famoso in tutto il mondo, nelle vie più in di Londra.
Lisa Mansour non è una persona che passa inosservata: come potete vedere dalla foto, la sua capigliatura è piuttosto visibile. Quel taglio così deciso e netto ha un suo perché: è infatti un “gesto estremo” fatto dalla donna per una iniziativa di beneficenza a cui ha aderito .
È stata una grande sorpresa per lei trovarsi ostacolato l’ingresso del magazzino extralusso. Il motivo? Il suo taglio di capelli è stato ritenuto provocatorio nei confronti del luogo in questione.
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L’agente della sicurezza non ha permesso che Lisa Mansour e la sua cresta, alta qualche centimetro, entrassero all’interno di Harrods, perché sarebbero stati fuori luogo e offensivi.
La facciata di Harrods, il magazzino extralusso londinese
La donna, che prima del cambio look era già stata da Harrods, ha inizialmente creduto che il problema fosse nella borsa che portava: spesso infatti la sicurezza aveva bloccato signore con una borsa eccessivamente grande. Ma l’agente della sicurezza si è mostrato piuttosto lapidario nel sostenere che lo zaino di Lisa poteva accedere, lei no. Scocciata e senza dubbio offesa, Lisa Mansour ha lamentato un certo disagio, certa che a persone come David Beckham, che per mesi aveva adottato lo stesso look, non era mai stato impedito l’ingresso nei locali, tanto meno in luoghi lussuosi e d’alta classe quali Harrods.
Che ne dite ragazzi? Credete che il look possa discriminare l’accesso in un negozio o in qualsiasi altro locale? Pearcing, tatuaggi e capelli “strambi” sono criterio di selezione, in qualsiasi ambito?
E a voi… è mai successo qualcosa di simile?
Sono davvero curiosa!
Baci e a più tardi,
Kika